DI STREGONERIE ED ECOLOGIA

Padre Ramos è una delle 76 riserve Naturali del Nicaragua. Si trova nel dipartimento di Chinandega, sulla costa nord occidentale del paese. Al suo interno vivono circa 150 famiglie che formano differenti comunità rurali. Una di queste è la Bayona. Piccolo villaggio di 200 anime, dove l’elettricità non arriva e la comunicazione con i nostri vecchi telefonini è impossibile. Fare un piccolo passo all’interno della Bayona è come fare un lungo salto nel passato. In questa comunità circondata dalle calme acque dell’estuario orlate dalle sempre verdi mangrovie, il tempo sembra essersi fermato. L’unica costruzione in cemento è la scuola primaria, il resto delle case sono costruite prevalentemente con il legno e con le foglie di palma. Le attività principali sono l’agricoltura fatta sempre alla vecchia maniera, ovvero con i buoi che tirano l’aratro e la pesca artigianale è realizzata servendosi dei caratteristici botes, canoe scavate in tronchi di alberi.

La Bayona è una delle 10 comunità che rientrano nel progetto di sviluppo locale sostenibile e conservazione delle risorse naturali che FUNDAR, la Ong nicaraguense in cui sto collaborando, opera da agosto 2009. Uno degli obiettivi del progetto è creare buone pratiche produttive e alternative socio economiche sostenibili per recuperare e mantenere la biodiversità della zona.

Da una passeggiata a cavallo e un giro con la tipica canoa tra le mangrovie della Riserva Naturale, nacque l’idea di consolidare queste tipo di iniziative in un progetto di ecoturismo comunitario. L’idea poteva essere ottima, ma la realtà era ben più complicata. La difficoltà di comunicazione con la comunità è un dato di fatto. L’assenza totale della gestione dei rifiuti è evidente quando si iniziano a incontrare le prime case. Ma soprattutto per i promotori dell’iniziativa, ecoturismo comunitario significa solamente ingresso di reales, ovvero soldi. La preoccupazione più grande è proprio questa, la mancanza di una visione ben più complessa, che potrebbe comportare più danni che benefici all’intera area.

Potevamo cominciare ad avanzare, ma solo a piccoli passi. In una comunità dove buttare ogni tipi di rifiuto per terra è un gesto istintivo e bruciare la spazzatura un gesto quotidiano, la prima mossa verso un progetto rivolto a un certo tipo di turismo era provocare un cambio nelle abitudini di ogni abitante. La spinta a questo iniziale cambiamento potrebbe essere chiamata “stimolo Duglas”.

Duglas è un ragazzo che vive nella comunità della Bayona insieme alla sua zia Juana. Da poco tempo è tornato da varie esperienze di lavoro sia in territorio nazionale che all’estero. Conoscitore della medicina naturale, a una parte dei comunitari era noto come el brujo, ovvero lo stregone.

Mosso dal desiderio di liberarsi dai rifiuti lasciati intorno alle case e lungo la strada, propose di porre 10 sacchi lungo tutta la via del villaggio. Appendendo uno ad uno i sacchi nell’immediata vicinanza delle case con scritto aquì la basura, dava la possibilità di porre i rifiuti nel sacco. L’intento di Duglas era semplicemente modificare le abitudini della gente. Questa sua azione  gli regalò però un altro soprannome. Adesso lo chiamavano il pazzo! Si proprio così lo stregone pazzo che va a raccogliere i rifiuti degli altri! Una parte si strinsero solidali vicino a Duglas aiutandolo a svuotare i sacchi che nonostante tutto si erano riempiti velocemente di ogni tipo di spazzatura. La sua azione aveva smosso qualcosa. Una parte del villaggio aveva bisogno di risolvere e conoscere la questione.

Per questo abbiamo iniziato una serie di taller (corso di formazione) sulla gestione comunitaria dei rifiuti. Siamo all’inizio del cammino, ma già la partecipazione è piuttosto sentita e partecipata. Nella giornata della raccolta dei rifiuti, i diffidenti hanno potuto contare più di 30 “pazzi” che raccoglievano la spazzatura lungo tutta la via.

Difendere il proprio territorio trovando tutti insieme le soluzioni più opportune. Questo può essere un esempio del giusto cammino che può portare ad una pianificazione dell’ ecoturismo comunitario. Dove l’intero villaggio e il turista contribuiscono insieme alla conservazione, alla protezione e al ripristino degli ecosistemi della terra. Dove è indispensabile che gli abitanti prendano l’ecoturismo comunitario come una forma di auto-coscienza e non solo come alternativa economica.

2 risposte a “DI STREGONERIE ED ECOLOGIA

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