Las Alfombras Pasionarias

La semana Santa, ovvero la settimana che precede la Pasqua, si è appena conclusa. La popolazione cattolica nicaraguense, predominante nel paese con il 60% di fedeli, ha commemorato la morte e la risurrezione di Jesús. León, culla di 17 chiese cattoliche, non poteva non colorarsi di folclore e tradizione religiosa.

Circa un secolo fa, una famiglia indigena abitante del barrio Sutiava, realizzò, durante il venerdì santo di fronte alla propria casa un tappeto di terra e segatura colorata. Questa loro creazione non era altro che un omaggio a Gesù e alla processione del Santo Entierro. Affascinati dalla originale idea, gli anni successivi coloro che vivevano nella stessa calle, decisero di seguire la curiosa e originale iniziativa. Fu così che nacque la tradizione de las Alfombras Pasionarias, una sfilata di dipinti realizzati con segatura tinteggiata e semi naturali di varie forme e colori.

In Nicaragua, solamente a León si può ammirare questa usanza e noi non potevamo assolutamente perderla!

Nonostante il sole fosse tremendamente insopportabile, per circa 6 ore, la creatività e la fantasia di bambini, giovani e anziani, facevano prendere forma a più di 50 tappeti che ricoprivano tre cuadras. Circa trecento metri di immagini prevalentemente cristiane. Jesús e María erano i protagonisti principali, mentre le divinità e le leggende indigene erano solamente rare comparse. La calle de las alfombras si era trasformata in un lago di sudore che contenevano la passione, l’allegria e la voglia di realizzare il tappeto più bello!


Si avvicinò presto la sera e finalmente il sole delle 5 divenne nostro alleato. Le opere erano quasi terminate. Sempre più gente passeggiava lungo la via del barrio Sutiava. Per un momento ci dimenticammo di essere all’interno di un contesto religioso.   Seduti su uno dei tanti marciapiedi talmente alti  da rimpiazzare una comoda panchina, ci intrattenevamo ad osservare l’incredibile varietà di persone. Famiglie, bambine vestite come allegre bomboniere, qualche turista e venditori ambulanti che offrivano frutta di stagione come mangos y cocotes, quesillo, papas fritas, helados, palloncini e bacchette luminescenti facevano da cornice.

Verso le 9 di sera, in lontananza, sentimmo le vibrazioni dei tamburi e dei tromboni. Ci immergemmo nella folla e cercammo di avvicinarci alla statua che guidava la processione. Volevamo superarla, ma la massa di gente ce lo impediva. Adottammo la tattica di aggirare la cuadra per anticiparli. Eccoci in postazione! Curiosi e anche un po’ tristi aspettavamo … Il ritmo della banda che cadenzava il passo della processione si stava avvicinando. Ecco l’altare di fronte a noi….e voilà…prima il piede del sacerdote e dopo l’intera marea religiosa, in un secondo calpestarono e cancellarono, una ad una, le splendide opere d’arte! Alla fine dei tappeti rimase solo un ricordo sfocato, un insignificante mucchietto di terra e segatura adornato dall’immancabile spazzatura.

Ma che importa!! La bellezza in fondo è l’attesa, la preparazione, la dedizione nel rappresentare una forma di arte temporanea che ogni anno si rinnova e si perfeziona grazie a questa amata tradizione che gli anziani del barrio Sutiava trasmettono ai più giovani.

 


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