¿Que busca mi amor?

È la frase che sentirete ripetervi ad ogni passo fatto nei quattro principali mercati di Leon. Il mercadito situato nella parte ovest della città, all’interno del barrio Sutiaba, vicino alla fermata dei bus che portano alle spiagge di Poneloya e Las Penitas. Il mercado central, situato in pieno centro, dietro alla cattedrale. Il mercato de la estacion, così chiamato perché nasce dove un tempo c’era la stazione ferroviaria di León. Intorno al 1990 Violetta Chamorro, allora presidente del Nicaragua, pensò bene di vendere o meglio svendere l’intera rete ferroviaria del paese lasciando il popolo nicaraguense senza una fonte di lavoro e di un alternativa di trasporto. Ed infine il mercado la terminal, il più grande. Da qui partono i ruteados (bus ordinari), gli expresso (bus diretti) e gli interlocales, detti anche intermortales, che sono dei velocissimi pulmini privati caratterizzati spesso da una guida sconsiderata.

Alle 5 del mattino il mercato della estacion già brulica di gente. Appena entrati, i cinque sensi vengono immediatamente stimolati al punto da confondere i tuoi iniziali propositi. La luce che filtra dai tetti di lamiera è poca, ma sufficiente a far risaltare la varietà di colori della frutta e della verdura. Gli odori provenienti dai banconi che non hanno alcun sistema di refrigerazione  caricati di pesce di ogni tipo, si mescolano a quelli della carne appesa a delle barre di ferro o gettata sulle piastrelle imbrattate di sangue. E poi sacchi di cereali e legumi, spezie, uova, formaggi, barattoli e barattolini che le miei conoscenze culinarie non ne sanno riconoscere il contenuto. E non poteva certo mancare lo spazio dedicato agli indumenti, le scarpe, l’oggettistica per la cucina e il bagno, per la cura della casa e del giardino. Fino ad arrivare ad un grande piazzale dove la maestranza per il mezzo a due ruote dà sfogo all’ingegno e al lavoro di un consistente numero di persone. La peculiarità principale di questi mercati, è la contrattazione. Non ci sono prezzi esposti. Qua semplicemente si contratta su ogni cosa. È una prassi abituale che permette di instaurare rapporti umani temporali, uno dietro l’altro, passo dopo passo. Una delle poche a non concedre nessuna trattativa, è dona Maria, un’ 84enne che con l’aiuto di un solo braccio e la figlia al suo fianco gestisce il suo banchetto di frutta e verdura… i miei sono prezzi onesti…dice convinta!! In realtà è vero. Alla fine, dopo un po’ di tempo che frequenti il mercato, noti incredibilmente che non esiste concorrenza. In generale gli attori principali del mercato sono le donne. Ognuno ha il suo spazio. Le più fortunate utilizzano strategici banconi, le altre sfruttano ritagli di aree apparentemente precarie. Tra queste, c’è dona Consuelo, una gentile anima che passa la giornata cercando di vendere le sue due zucchine, qualche cipolla, un po’ di limoni, 6-7 arance e dei sacchettini di chili e spezie varie. Così tra un assaggio e un altro, tra una chiacchera e una ricetta da sperimentare e tra un que busca mi amor e que te sirve mi amor, torniamo a casa stanchi, ma con le borse cariche non solo di vivande.

Certamente tutto questo non lo potrete trovare nei vari supermercati con l’aria condizionata e l’ordine degli scaffali, dove scelta la corsia giusta, il prezzo più accessibile alle nostre tasche e la confezione che prima attira la nostra attenzione, non facciamo altro che prenderla e depositarla nel carrello. Delle vere e proprie macchine da consumo senza tempo, lasciate sole e abbandonate ai propri bisogni e alle proprie voglie.

2 risposte a “¿Que busca mi amor?

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