Nato con l’obiettivo di mantenere vivi e saldi i legami ticinesi che sono o si sono traferiti al di fuori del territorio cantonale, il progetto OltreconfiniTi nasce da una duplice esigenza: la prima, con valenza prevalentemente storico-culturale, verte sulle necessità di avere una visione completa dei ticinesi fuori Cantone e una migliore conoscenza del fenomeno dell’emigrazione ticinese. La seconda, per contro, è di tipo pragmatico-strategica e consiste nel favorire e sviluppare le relazioni fra i ticinesi fuori Cantone e fra loro e il Ticino, generando possibili sinergie. Continua a leggere
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Cercando un posto al sole
Con un’industria carente e l’agricoltura in crisi, per il Nicaragua il turismo potrebbe rappresentare la più importante risorsa economica per il futuro. Così non è (ancora), nonostante le promesse del settore. Perché gli investitori stranieri puntano a ottenere, con ogni mezzo, la spiaggia migliore.
Dalla fine degli Anni Novanta, la costa centro-meridionale del Nicaragua è stata invasa da strutture di ogni genere: case-vacanza, ostelli, resort, fino a esclusivi centri turistici. L’accesso al mare, pur garantito dalla costituzione nicaraguense, poche volte è stato rispettato. Si pensi che, soltanto un decennio fa, nel municipio di Tola (sud-ovest del paese) c’erano ben 54 chilometri di costa con accesso pubblico. Oggi ne rimangono solamente 4. Sempre più, i territori costieri sono teatro di battaglie legali dove tutto è lecito pur di accaparrarsi la spiaggia migliore. Negli ultimi quindici anni, grazie all’accondiscendenza della legislazione locale e alle pressioni di organismi finanziari internazionali, le bellezze naturali e la ricchezza culturale del paese sono state letteralmente svendute a piccoli e grandi investitori stranieri. Oggi, molte delle terre ripartite nella riforma agraria sandinista sono state acquistate a basso costo da capitali lontani. Un ettaro, valutato fino a pochi anni fa 200 dollari, ora può arrivare a costare 200 volte tanto. Libero da regolamentazioni, il turismo di massa “sol y playa” ha generato così numerosi conflitti sociali e ambientali. Private dell’accesso alle risorse di base (terra, acqua e alimentazione), intere comunità indigene hanno dovuto trasferirsi in zone più interne e disagiate. Le forme “alternative” che si contrappongono a questo modello sono molte. Forse la miglior strategia che la collettività contadina e indigena può adottare per appropriarsi dell’attività turistica senza perdere la propria identità, è il “turismo rurale”. In questo modo, attraverso le proprie strutture organizzative, la comunità eserciterebbe un ruolo significativo nella gestione del turismo, per migliorare la qualità di vita e rafforzare l’integrità culturale e ambientale.
Nuova ruralità. Da qualche anno, in America Latina, questa proposta entra a far parte di uno scenario complesso, che va ben oltre la produzione agricola, denominato “Nueva Ruralidad”. In Centro America, i maggiori protagonisti sono IICA (Istituto Interamericano di Cooperazione per l’Agricoltura, nato in Costarica in risposta alla creazione dell’istituzione interamericana di agricoltura tropicale, promossa negli Anni Quaranta dagli Stati Uniti) e l’istituzione indipendente CATIE, sorta nel 1973 da un accordo tra il governo del Costarica e lo stesso IICA. Oggi il peso di questi due enti è tale che ritroviamo i contenuti della “nuova ruralità” anche nella proposta di legge sul turismo rurale sostenibile, redatta dall’assemblea nazionale della repubblica del Nicaragua.
Parte del progetto di FUNDAR, l’associazione nicaraguense con cui ho collaborato per circa due anni, sostiene alternative economiche in armonia con l’ambiente a favore di alcune comunità costiere. Così, in alcuni villaggi sono sorte a poco a poco piccole iniziative eco-turistiche comunitarie. Per approfondire conoscenze, ascoltare esperienze e stabilire qualche interessante contatto, con una collega abbiamo partecipato alla conferenza sul turismo rurale organizzata dalla UNAN (Università Autonoma del Nicaragua). A proposito dei possibili scenari futuri generati dalla “Nueva Ruralidad”, Neptalì Monterroso Salvatierra (docente dell’Università Autonoma del Messico) ha sostenuto che le interrelazioni tra turismo e ambiente non sempre sono percepibili nel breve/medio periodo e soprattutto sono gravate dal rapporto interattivo fra domanda (turista) e offerta (popolazione locale). Se analizziamo il turismo rurale comunitario da queste due prospettive distinte, possiamo affermare che nel primo caso il turismo si sviluppa nella zona rurale per valorizzare il patrimonio nazionale e rispondere alle richieste dei turisti. Nel secondo, il turismo dovrebbe favorire lo sviluppo della zona rurale e soddisfare così i bisogni della popolazione
locale, con la finalità di migliorarne la qualità di vita.
La programmazione della “Nueva Ruralidad”, la cui proposta è minacciata da interessi economici enormi, si concentra prevalentemente sulla domanda turistica. La principale conseguenza che ne deriva è l’abbandono delle tradizionali attività rurali e la loro sostituzione con alternative economiche non agricole (artigianato, attività commerciali, servizi turistici e ricreativi). Senza una gestione socioambientale accurata, verrebbero trasformate le risorse naturali e culturali in semplici prodotti turistici. L’effetto della ridotta diversificazione produttiva del sistema territoriale dà luogo così a forti squilibri economici, sociali e ambientali. Tutto questo offrirà agli investitori privati l’opportunità di assicurarsi ampie porzioni di territorio agricolo … servite su un piatto d’argento!
Un esempio concreto. Ormai da sette anni, nel meraviglioso villaggio di Ostional, sulla costa pacifica, opera la cooperativa di turismo rurale comunitario (COPETUR), nata da un’iniziativa del ministero del turismo INTUR in collaborazione con i Pellas, una delle famiglie più ricche e potenti del paese. Attualmente la cooperativa ha sviluppato una tale esperienza organizzativa e professionale che è stata in grado di gestire un evento come l’annuale incontro dei volontari della cooperazione svizzera in Centro America. Per tre giorni, l’intera comunità ha messo a disposizione vitto, alloggio e strutture comunitarie per sessanta persone, oltre a una straordinaria ospitalità. In apparente armonia con le altre attività economiche del villaggio, la cooperativa dell’Ostional sembra incarnare il perfetto esempio del turismo rurale, caratterizzato dall’integrità dei luoghi e dall’autenticità della popolazione locale.
Fragili equilibri. Ma l’orizzonte non si annuncia sereno. Nubi minacciose sfidano questa importante e stimolante realtà, con notizie che potrebbero cambiare gli equilibri della cooperativa e dell’intero villaggio. Nella zona dell’Ostional è iniziata la costruzione di una strada costiera a scopo unicamente turistico che trasformerebbe l’attuale collegamento, piuttosto difficoltoso, in una cruciale via di comunicazione tra Nicaragua e Costarica. Porzioni di terreno affacciate su orizzonti mozzafiato sono già state suddivise in lotti e acquistate da facoltosi proprietari nicaraguensi ed esotici investitori stranieri. Sembra ormai inevitabile la costruzione di un centro turistico esclusivo simile a quello dell’attuale progetto Pellas sorto poco più a nord. Eterogenei e fragili equilibri politici, sociali, culturali e ambientali creano condizioni con infinite sfumature che mutano da paese a paese. Da un lato, la condanna al turismo “sol y playa” è un fatto indiscutibile, perché l’industria del turismo (insieme al turista stesso) “rapinano” in modo irresponsabile e intollerabile l’identità dei territori. Dall’altro, la visione e le proposte alternative del turismo rurale sembrano mutare in subdole strategie, come potrebbe suggerire la possibile trasformazione della comunità dell’Ostional. Un esempio, quest’ultimo, che alimenta dubbi e suggerisce la formulazione di una scomoda domanda che dovremmo porci e porre all’OMT (Organismo Mondiale del Turismo): quanto equo ed etico è il turismo rurale che stiamo sostenendo?
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Un funambolico rientro
Ricordiamo l’emozione di due anni fa nello scegliere di aprire una porta sconosciuta. Ricordiamo le vibrazioni che ci fecero ballare al pensiero di intraprendere un cammino dettato da sogni e utopia. La piacevole sensazione di scivolare dolcemente nella direzione giusta, di dondolare in equilibrio su un filo sospeso, di agire, di cambiare e correggersi, d’incontrarsi e scontrarsi con genti che non si sono ancora rassegnate alle evidenti ingiustizie. Cavalcare la buena onda, direbbero in Nicaragua. È così che siamo partiti: con tanta convinzione e determinazione.
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Festeggiamo le mamme con il Perrozompopo
Dal Nicaragua, dove spesso si diventa madri troppo presto, mandiamo un
pensiero a tutte le mamme affinché non si dimentichino che prima di
tutto sono donne! DonneMamme forti, coraggiose, instancabili, con
tanti sogni da realizzare e tanti spazi da reclamare. DonneMamme
libere di pensare, di decidere e di agire. DonneMamme padrone del loro
corpo e della loro mente, ma soprattutto protagoniste della loro vita.
Auguri DONNE-MAMME!!
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Ci sarebbe da scrivere un articolo …
Ma quanto sarà difficile scrivere??! Eppure fin da piccola ho sempre avuto il mio diario dove le pagine si riempivano quasi senza volerlo. Ebbene, ora sono una volontaria, o meglio una cooperante, anzi nemmeno cooperante è la parola giusta. Diciamo allora che sono semplicemente Diana in Nicaragua. Ma non è questo il punto. Il punto è che una delle cose che mi piacerebbe fare è raccontare ciò che vivo, ciò che vedo, ciò che sento. Eppure è così tremendamente complicato. Vorrei semplicemente avere il dono di partorire senza particolari interruzioni un articolo, un racconto, un aneddoto. Fatti interessanti, eventi importanti, situazioni curiose o semplici banalità. Schegge di vita che vorrei condividere … ma che maledettamente non ci riesco!
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DI STREGONERIE ED ECOLOGIA
Padre Ramos è una delle 76 riserve Naturali del Nicaragua. Si trova nel dipartimento di Chinandega, sulla costa nord occidentale del paese. Al suo interno vivono circa 150 famiglie che formano differenti comunità rurali. Una di queste è la Bayona. Piccolo villaggio di 200 anime, dove l’elettricità non arriva e la comunicazione con i nostri vecchi telefonini è impossibile. Fare un piccolo passo all’interno della Bayona è come fare un lungo salto nel passato. In questa comunità circondata dalle calme acque dell’estuario orlate dalle sempre verdi mangrovie, il tempo sembra essersi fermato. L’unica costruzione in cemento è la scuola primaria, il resto delle case sono costruite prevalentemente con il legno e con le foglie di palma. Le attività principali sono l’agricoltura fatta sempre alla vecchia maniera, ovvero con i buoi che tirano l’aratro e la pesca artigianale è realizzata servendosi dei caratteristici botes, canoe scavate in tronchi di alberi.
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Il nome delle cose
ENZO RITTER, 19 dicembre 2011
Quando nel 1987 giunsi in Perù come volontario, Inter-Agire si chiamava ancora Solidarietà Terzo Mondo. Mi trovai in imbarazzo di fronte ai peruviani che si chiedevano perché “terzo mondo” e quali fossero il primo e il secondo. Oggi si parla di “sud del mondo” sostituendo così una gerarchia a un’altra, forse meno arrogante ma non per questo meno discriminatoria o ambigua.
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La strada…palcoscenico per i piccoli di León
In questo periodo dell’anno le vie di León sono più che mai movimentate. Si possono incontrare feste, marce, festival … ma la protagonista indiscussa della strada è senza dubbio la Gigantona, una grande bambola alta circa tre metri, dentro la cui armatura di legno entra un giovane per farla ballare. Adornata da collane e braccialetti, è caratterizzata da una camicia e una lunga gonna colorata, da un grande cappello o una sfarzosa corona, da folti capelli che arrivano fino alla vita e da occhi e bocca spesso illuminati. Sono però le braccia flessibili che pendono dal corpo a donargli il simpatico e tipico movimento al momento della danza. Questo tradizionale folklore lo possiamo incontrare durante tutto l’anno, ma in particolar modo nei mesi di ottobre, novembre fino alla notte della Purisima, la tradizionale festività del Nicaragua che viene chiamata popolarmente Griteria. (vedi articolo sul blog Armadillo dal titolo: quien causa tanta alegria?) Continua a leggere
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Un’insolita giornata lavorativa
In Nicaragua è appena iniziata l’estate, ovvero il periodo secco. Ci lasciamo alle spalle il nostro primo insolito inverno nicaraguense. Non è stato facile associare temperature che raggiungono i 30 gradi con precipitazioni quasi giornaliere. I temporali sono rinfrescanti, ma spesso fastidiosi, soprattutto quando in tarda serata, poco prima di uscire dal lavoro, immancabilmente si scatenano con tutta l’intensità delle piogge tropicali.
Facciamo un passo indietro, precisamente nel mese di agosto, quando il mio lavoro si è svolto totalmente nel campo.
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Il secondo bollettino del Perrozompopo
Ad un anno di distanza abbiamo scritto e pubblicato il secondo bollettino del Perrozompopo!
Per leggerlo basta entrare nella pagina “Bollettino” e cliccare su “bollettino filidiana nr. 2”.
Buona lettura!
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