Primi passi…

Dopo un interminabile viaggio durato non sappiamo quante ore, finalmente posiamo i nostri piedi a Managua, capitale del Nicaragua. Prima sensazione? Provate un po’ ad immaginare. L’aria così calda e carica d’ umidità da mettere in difficoltà la nostra abituale respirazione. Ad accoglierci c’è Mila, coordinatrice dei volontari nel paese. La sua solarità e la sua semplice gentilezza ci fanno sentire immediatamente a proprio agio. Con il suo Suv ci porta in un grazioso albergo dove riposiamo prima di partire il giorno dopo per León. In tanti hanno un Suv, da quello con le ruote tremolanti, a quello con i finestrini neri, fino ai Pick-up. I crateri non sono solo sulle vette dei vulcani ,ma sono sparsi anche qua e là sulle strade. Una macchina normale avrebbe poca vita da queste parti. Differentemente dall’Europa, qua  il Suv è quasi indispensabile.  Il giorno dopo Melvin, collega di Mila, ci scorta fino a León. Durante il viaggio lo tempestiamo di domande, mentre in sottofondo la radio trasmette musica. Sicuramente penserete a quella caraibica come l’ inconfondibile salsa. Niente di tutto questo. Dalle casse stereo usciva principalmente la musica di Eros Ramazzotti,  Nek e la popolarissima Laura Pausini. Dopo circa un’ ora e mezzo eccoci giunti a León. Una città sognata tante notti, immaginata, nominata, letta e ascoltata da chi già aveva vissuto i suoi battiti e le sue vibrazioni. E tutto ad un tratto, come per magia, si materializza davanti ai nostri occhi.


Le prime tre settimane le trascorreremo nella casa della cultura, dove cercheremo d’ imparare lo spagnolo all’interno del suo cortile. Il suo nome fa onere alle numerose iniziative di musica, danza e arte che vengono proposte e ai murales e dipinti che raccontano le tradizioni e la storia della città. Ad accoglierci c’è David, uno dei responsabili del centro. La sua calma, la sua cortesia e la sua disponibilità creano un’energia insolita, quasi come se non appartenesse ai nostri tempi. Mentre ci accompagna alla casa della nostra futura famiglia, si presta nel donarci tutti i consigli che potranno esserci d’aiuto nei giorni avvenire. Con orgoglio ci racconta anche la sua origine: “sono uno dei pochi discendenti rimasti dei Sutiaba, tribú che tuttora non si considera parte di León e del Nicaragua, anche se dal 1902 è annessa ufficialmente alla città. Da poco tempo è stata concessa un’autonomia “speciale” all’intero barrio Subtiava, che si trova nella parte nord-ovest di León.


Finalmente arriviamo alla casa della nostra  famiglia che ci ospiterà per le prime due settimane.  Subito ci viene incontro una donna di mezza età che si presta ad aiutarci e ad indicarci la nostra futura stanza.  Il suo nome è Claudia. La sua cortesia e la cura con cui aveva preparato l’accoglienza del nostro arrivo, ci fa sentire immediatamente come a casa.  Dopo aver posato in un attimo le valige, inizia subito a raccontarci del lavoro della propria famiglia, che come la maggior parte dei nuclei familiari di León, esercita  all’interno della  propria casa. Consci della posizione strategica dell’abitazione, di fronte alla sede dell’ università di medicina, si sono adoperati nell’aprire una  tavola calda espressa solamente per le ore del pranzo, mettendo a disposizione le buone pratiche culinarie e l’ampio salone della casa.

Sono le sette del pomeriggio e decidiamo di fare la prima passeggiata nella città. Appena mettiamo  i nostri piedi sul marciapiede della strada, alziamo gli occhi e vediamo l’ospedale pubblico, giriamo la testa a sinistra e scorgiamo un  pronto soccorso, infine facciamo due passi verso  destra e incontriamo il negozio di un becchino aperto 24 ore su 24. Claudia ha proprio ragione! La posizione della casa è veramente centrale e particolarmente strategica!!!

Abrazos Diana y Felipe

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