Dopo un interminabile viaggio durato non sappiamo quante ore, finalmente posiamo i nostri piedi a Managua, capitale del Nicaragua. Prima sensazione? Provate un po’ ad immaginare. L’aria così calda e carica d’ umidità da mettere in difficoltà la nostra abituale respirazione. Ad accoglierci c’è Mila, coordinatrice dei volontari nel paese. La sua solarità e la sua semplice gentilezza ci fanno sentire immediatamente a proprio agio. Con il suo Suv ci porta in un grazioso albergo dove riposiamo prima di partire il giorno dopo per León. In tanti hanno un Suv, da quello con le ruote tremolanti, a quello con i finestrini neri, fino ai Pick-up. I crateri non sono solo sulle vette dei vulcani ,ma sono sparsi anche qua e là sulle strade. Una macchina normale avrebbe poca vita da queste parti. Differentemente dall’Europa, qua il Suv è quasi indispensabile. Il giorno dopo Melvin, collega di Mila, ci scorta fino a León. Durante il viaggio lo tempestiamo di domande, mentre in sottofondo la radio trasmette musica. Sicuramente penserete a quella caraibica come l’ inconfondibile salsa. Niente di tutto questo. Dalle casse stereo usciva principalmente la musica di Eros Ramazzotti, Nek e la popolarissima Laura Pausini. Dopo circa un’ ora e mezzo eccoci giunti a León. Una città sognata tante notti, immaginata, nominata, letta e ascoltata da chi già aveva vissuto i suoi battiti e le sue vibrazioni. E tutto ad un tratto, come per magia, si materializza davanti ai nostri occhi.

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